Life of Wine XII edizione
Dalla fine degli anni '90 fino ai giorni nostri un viaggio unico alla scoperta dell'evoluzione del vino
56 cantine italiane, oltre 170 vecchie annate, oltre 200 vini da tutta Italia
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Life of Wine XII edizione
Dalla fine degli anni '90 fino ai giorni nostri un viaggio unico alla scoperta dell'evoluzione del vino
56 cantine italiane, oltre 170 vecchie annate, oltre 200 vini da tutta Italia
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La location di BolognaFiere ha garantito ampi spazi e una disposizione ordinata degli stand, favorendo le degustazioni e gli incontri con il pubblico in un ambiente luminoso e piacevole, nonostante l’affluenza. Secondo il presidente FIVI, Lorenzo Cesconi, la riuscita della manifestazione è stata legata non tanto ai numeri quanto alla qualità e autenticità dei vignaioli e dei loro prodotti.
Accanto ai vignaioli, sono state coinvolte associazioni straniere e 29 olivicoltori della FIOI (Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti), siglando un'alleanza strategica tra produttori agricoli. Inoltre, l'evento ha visto una crescita significativa rispetto all'anno precedente, attirando non solo il pubblico, ma anche operatori di settore, ristoratori, enotecari e trader esteri, favoriti dalla posizione centrale e facilmente raggiungibile di Bologna.
Durante il terzo giorno si è tenuta l’Assemblea annuale dei soci FIVI, con la presentazione di un dossier sul ruolo del vignaiolo nella conservazione del territorio, sottolineando l’importanza del disegno di legge in discussione presso la Commissione Agricoltura della Camera. Il Mercato ha visto anche la consegna di due importanti premi: il Premio "Leonildo Pieropan" a Emidio Pepe, e il premio "Vignaiolo come noi" al musicista Stefano Belisari, noto come Elio.
Il presidente di BolognaFiere, Gianpiero Calzolari, ha elogiato il successo dell’evento, considerandolo un importante momento di confronto per i produttori e un’opportunità per consolidare il ruolo di Bologna come centro fieristico per i vini di eccellenza. L’entusiasmo ha coinvolto anche la città, grazie alle iniziative "Fuori Mercato" promosse in collaborazione con Confcommercio Ascom e AMO.
Ufficio stampa FIVI
Axelle Brown Videau axelle@origamiconsulting.it
Mirta Oregna mirta_oregna@yahoo.it
Ufficio Stampa BolognaFiere
Daniela Modonesi daniela.modonesi@bolognafiere.it
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Perché mettere la ricetta del
”fish and chips”, nota specialità del Regno Unito, già pasto delle classi
lavoratrici, avvolto in carta di giornale e poi street food d’eccezione. Perché
la sua storia si intreccia con quella
dei migranti italiani che dalla Ciociaria si spostarono in Scozia, Galles e
Irlanda. Furono loro a capire il potenziale di questo cibo a buon mercato e ad
aprire negozietti per venderlo. Si racconta che fu Giuseppe Cervi di Picinisco,
che aprì a fine Ottocento, il primo Fish and chips Shop a Dublino, al numero 22
di Great Brunswick Street, l’attuale Pearse Street. Sembra anche che il tipico
ordine “one and one” di Dublino, derivi
da “uno di questo e uno di quello?” che la moglie di Cervi, indicando il pesce
e le patate,chiedeva ai clienti. Un’altra versione vuole che il piatto sia
stato portato in Irlanda dalla Scozia dai nostri migranti che anche qui avevano
aperto le rivendite del famoso cibo. Furono soprattutto i migranti provenienti
da Casalattico che si dedicarono a quest’attività in Irlanda. L'estate
Casalattico si ripopola con i figli e i nipoti degli emigranti e il 14 agosto
si celebra l'“Irish Fest” in cui viene distribuito il famoso piatto composto da
merluzzo fritto in pastella e patate, “fish and chips”, preparato dai migranti
che hanno questa attività in Irlanda e che tornano per l’occasisone. Durante i
mesi estivi da 556 residenti si raggiungono anche 1800 presenze di italiani
residenti all'estero.
Ingredienti: 700 g di filetti di
merluzzo 500 g di farina 00 200 g di acqua frizzante 10 g di lievito di birra 2
cipollotti 1 l di olio di semi di arachide 4 patate 200 g di burro sale Per la
salsa: 600 g di pomodori ramati 1 mazzetto di basilico 1 mazzetto di prezzemolo
2 spicchi di aglio olio evo
Ingredienti per 4 persone
800 g di patate
700 g di merluzzo i filetti
olio per friggere
100 g di farina
Per la pastella
210 g di farina bianca
90 g di farina di riso
200 g di acqua frizzante o birra
ghiacciata
1/2 cucchiaino di sale
Procedimento
Pelate le patate, tagliatele in
grossi bastoncini e immergetele in acqua e ghiaccio fino al momento di
friggerle.
Nel frattempo preparate la
pastella: versate la farina in una
ciotola, unite l’acqua mescolando con una frusta o un cucchiaio fino a ottenere
un composto liscio, omogeneo e poco denso.
Lavate il pesce, asciugatelo,
eliminate tutte le lische e ricavatene i filetti, (oppure acquistateli già
pronti). Passate i filetti nella farina
e poi immergeteli nella pastella. Friggeteli in abbondante olio a 170°C , pochi
per volta per non abbassare la temperatura di cottura, rivoltandoli spesso fino
a quando saranno ben croccanti e dorati. Toglieteli dall’olio e fateli
asciugare su carta paglia o da fritti; salate solo prima di servire.
Scolate le patate, asciugatele e
friggetele in abbondante olio di arachidi. Cuocetene poche alla volta per
mantenere l'olio caldo e ottenere delle patate ben croccanti fuori e morbide
dentro. Toglietele dall’olio e mettetele su carta paglia o da fritti; salate
solo prima di servire.