Ti allontani dalla capitale, non molto per la verità, e dopo aver lasciato strade larghe e veloci, per arrivare al Country Club Castel Gandolfo, devi percorrere stradine strette e tortuose, chiuse da quinte fatte di muri di perimetrazione. All'arrivo lo spazio d'un tratto si allarga e ci si immerge all'improvviso, ma si assapora lentamente, godendo dello spettacolo che si offre ai nostri occhi, un paesaggio splendido, un' ampia vallata che nelle giornate limpide termina con il mare, un'oasi dove natura e architettura si incontrano in perfetto equilibrio; una dimora del '600, appartenuta a Flavio Chigi, nipote di Papa Alessandro VII
restaurata negli anni '60, con la successiva sistemazione degli interni, ad opera dell'architetto Giorgio Braghiroli.
Uno dei più belli e spettacolari Golf Club d'Europa, il percorso golfistico è stato disegnato nella depressione circolare di un grande cratere vulcanico, una conca in cui si era formato un lago, poi prosciugato in
epoca imperiale, per far posto alle coltivazioni. Intorno ulivi secolari, pini marittimi, querce, vigneti ed alberi di agrumi.
In questa oasi, nel magnifico giardino terrazzato dell'Aqua Mater Gourmet Restaurant, qualche giorno fa si è svolta una cena, frutto della
collaborazione culinaria di due chef, protagonista la cucina romana,
interpretata secondo la tradizione da Anna Dente, la signora della
cucina romana, e in chiave moderna da Alberto Colacchio, giovane chef
patron della maison.
L'evento è iniziato con l'aperitivo sulla terrazza con vista sulla vallata e alla luce del tramonto; il buffet elaborato dallo chef Colacchio, era composto da verdurine in tempura, bruschettine al pomodoro, crocchette di patate e ottimi supplì con rigatelli e salsiccia, il tutto accompagnato da bollicine e vini del territorio.
A seguire una cena di duplici portate, in cui si sono alternati i piatti della tradizione di Anna Dente con quelli rivisitati dallo chef Alberto Colacchio, e la possibilità di dialogare con i due chef grazie all'attenta conduzione e alla professionalità dell'organizzatrice Giulia Murdocca.
Ed ora il menù composto da undici portate.
Si inizia con due
antipasti, Vellutata di pomodoro con crostini ed olio extra vergine bio della
Sabina e Mousse di baccalà. Si prosegue con Gnocchetti “coda de soreca” a la
matriciana, una pasta fresca fatta a mano con acqua e farina, e Risotto con
guanciale e zucchine romanesche. E’ poi la volta dei secondi: Involtini “tordi
matti” di vitellone e Trippa romana con la menta e il pecorino, con i relativi
contorni: Misticanza di campo di stagione e Cicoria di campo ripassata. Non
potevano mancare i dolci: Ciambellette
ar vino fatte a mano dalla sora Anna e Semifreddo al melone.
Alcune foto sono state messe gentilmente a disposizione da Elegant Click.