giovedì 24 luglio 2014

Aqua Mater Gourmet Restaurant

 Ti allontani dalla capitale, non molto per la verità, e dopo aver lasciato  strade larghe e veloci, per arrivare  al Country Club Castel Gandolfo, devi percorrere  stradine strette e tortuose, chiuse da quinte fatte di muri di perimetrazione. All'arrivo lo spazio  d'un tratto si allarga e ci si immerge all'improvviso, ma si assapora lentamente, godendo dello spettacolo che si offre ai nostri occhi, un paesaggio splendido, un' ampia vallata che nelle giornate limpide termina con il mare, un'oasi dove natura e architettura si incontrano in perfetto equilibrio; una dimora del '600, appartenuta a Flavio Chigi, nipote di Papa Alessandro VII restaurata  negli anni '60, con la successiva sistemazione degli interni, ad opera dell'architetto Giorgio Braghiroli.
           
Uno dei più belli e spettacolari Golf Club d'Europa, il percorso golfistico è stato disegnato nella depressione circolare di un grande cratere vulcanico, una conca in cui si era formato un lago, poi prosciugato in epoca imperiale, per far posto alle coltivazioni.  Intorno ulivi secolari, pini marittimi, querce, vigneti ed alberi di agrumi.
In  questa oasi, nel magnifico giardino terrazzato dell'Aqua Mater Gourmet Restaurant, qualche giorno fa si è svolta una cena, frutto della collaborazione culinaria di due chef, protagonista la cucina romana, interpretata secondo la  tradizione da Anna Dente, la signora della cucina romana, e in chiave moderna da Alberto Colacchio, giovane chef patron della maison.

L'evento è iniziato con l'aperitivo sulla terrazza con  vista sulla vallata e alla luce del tramonto; il buffet elaborato dallo chef Colacchio, era composto da verdurine in tempura, bruschettine al pomodoro, crocchette di patate e ottimi supplì con rigatelli e salsiccia,   il tutto  accompagnato  da bollicine e vini del territorio.

A seguire una cena di duplici portate, in cui si sono alternati i piatti della tradizione di Anna Dente con quelli rivisitati dallo chef Alberto Colacchio, e la possibilità di dialogare con i due chef grazie all'attenta conduzione e alla professionalità dell'organizzatrice Giulia Murdocca.

Ed ora il menù composto da undici portate.

 Si inizia con  due antipasti, Vellutata di pomodoro con crostini ed olio extra vergine bio della Sabina e Mousse di baccalà. Si prosegue con Gnocchetti “coda de soreca” a la matriciana, una pasta fresca fatta a mano con acqua e farina, e Risotto con guanciale e zucchine romanesche. E’ poi la volta dei secondi: Involtini “tordi matti” di vitellone e Trippa romana con la menta e il pecorino, con i relativi contorni: Misticanza di campo di stagione e Cicoria di campo ripassata. Non potevano mancare  i dolci: Ciambellette ar vino fatte a mano dalla sora Anna e Semifreddo al melone. 
Per finire un ottimo liquore al Finocchietto fatto in casa.  

Alcune foto sono state messe gentilmente a disposizione da Elegant Click.

domenica 13 luglio 2014

Insalata di farro Filosini spezzato con verdure ed erbe aromatiche


Per questa insalata ho utilizzato il  farro spezzato  Filosini di Ville di Fano-Montereale.  E’ strano, pur essendo prodotto in un paese che si trova  a pochissimi chilometri dal paese dei miei nonni, non  lo conoscevo. E’ stata  la mia amica Sabrina di Natosottoilcavolo a parlarmene e a farmelo acquistare quando siamo andate ai  "Tipici dei  Parchi" come AIFB ( qui  abbiamo parlato di quella bella esperienza).
Il Farro Filosini  di Ville di Fano Montereale  è veramente ottimo, molto saporito e anche biologico; è prodotto nel Parco Nazionale del Gran Sasso da un’azienda che lo segue dalla semina al confezionamento e che ha al suo interno un vecchio mulino a macine in pietra e il laboratorio per la decorticatura e la perlatura del farro; è un prodotto genuino che non viene sottoposto ad alcun trattamento.

Il farro, triticum, è il più antico dei grani. I romani ne erano grandi consumatori sia per scopi alimentari, era la base dell’alimentazione delle legioni romane, che religiosi, la “confaerratio era la cerimonia con la quale i promessi sposi si giuravano fedeltà davanti ad una focaccia di farro.
Le specie di farro sono tre, il Farro piccolo o monococco, la più antica ma meno coltivata, per la scarsa resa e gli alti costi di lavorazione. Il Farro medio o dicocco che in Italia è coltivato su piccoli appezzamenti;  probabilmente furono i Siluri, popolo britannico sottomesso dai Romani, i primi a trasformare il farro monococcum in dicoccum. Il Farro grande o spelta, più recente di due millenni rispetto alle altre due varietà.
Il farro è povero di grassi e ricco di fibre, proteine, vitamine e sali minerali e ha proprietà antianemiche, lassative, ricostituenti e rinfrescanti.
E’ un cereale antico che per crescere non ha bisogno né di concimi chimici né di pesticidi, infatti l’ottima resistenza naturale a malattie e stress, la necessità di bassi livelli di concimazione, una adattabilità a ambienti colturali diversi, la capacità di sopportare condizioni climatiche rigide e crescere anche ad altitudini elevate, lo rendono  un cereale particolarmente adatto ad una agricoltura biologica. 

Per questa insalata, buona sia appena tiepida che fredda, ho cotto questo ottimo farro spezzato di montagna come si cuoce il risotto.

Ingredienti per 4 persone
250 g di farro spezzato  
1 scalogno
1 cipollotto (o 1 cipolla piccola)
1 melanzana
2 zucchine
1 carota
1 pomodoro
Un mazzetto di basilico, erba cipollina, erba aglina, timo e origano fresco
Olio  extra vergine di oliva
Sale

Procedimento
In una padella larga versare  tre cucchiai di olio evo e far appassire lo scalogno tritato e il cipollotto tritato, unire la melanzana e la carota tagliate a piccoli cubetti e saltare per qualche minuto a fuoco alto; saltare poi le zucchine e il pomodoro sbucciato, privato dei semi tagliati a cubetti per qualche minuto. Salare man mano che si cuociono i vari ortaggi. Non bisogna prolungare molto la cottura, io preferisco che siano un po’ croccanti.
In un tegame largo versare il farro spezzato e farlo tostare, unire a poco a poco acqua bollente salata (o brodo vegetale) e portare a cottura come se fosse un risotto. Qualche secondo prima di terminare la cottura unire le verdure.  Il tempo di cottura consigliato di questo farro spezzato è di 15 minuti.  Una volta cotto unire le erbe aromatiche tritate e mescolare bene.  Trasferire in una larga ciotola e far intiepidire. Può  essere gustato sia appena tiepido che freddo!



Con questa ricetta, partecipo al contest : "La Cucina Italiana nel Mondo verso l'Expo 2015", organizzato da Le Bloggalline, in collaborazione con INformaCIBO


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