Il profumo, ecco, il profumo è la prima cosa che mi viene in mente quando penso alla Sardegna, il profumo e il vento! Quel profumo della macchia mediterranea e dei boschi, di lentisco, di ginepro, di mirto, di rosmarino, di sughero, di corbezzolo, lo percepisci quando ti avvicini alla costa o quando scendi dall'areo, ti arriva trasportato dal vento di maestrale , la cui prima folata ti scompiglia i capelli e ti riempe i polmoni. Il maestrale che plasma le rocce e piega le querce, che spazza le nuvole e rende il cielo terso e azzurro e permette allo sguardo di spaziare.
Ed è ancora il vento, con i suoi profumi, ad accompagnarci in questo viaggio alla scoperta di questa meravigliosa isola. Ieri siamo stati
qui, oggi andiamo a Sa Serra, una località vicino Padru, in Gallura, nell'agriturismo dei
fratelli Muzzu, è con noi
Giovanni Fancello, esperto e docente di storia della gastronomia sarda.
Ci aspetta
Maria Antonietta Mazzone, profonda conoscitrice della cucina sarda e autrice del libro
"I sapori della memoria", in cui ha recuperato le ricette della Gallura tramandate dalla nonna ed ha raccolto ricette di 26 municipalità galluresi.
Sotto la guida di Maria Antonietta insieme a
Giulia, Ignazia e Giovanna, le donne della famiglia Muzzu, un gruppo "
al femminile" laborioso e allegro, noi soci
AIFB ci siamo messi all'opera per preparare i piatti tipici della Gallura:
Marina, Sara e Fabio
Francesca, Ornella e Stefania

Aurelia e Sos pinos
dolce fritto e poi passato nel miele con mandorle e buccia d'arancia
S'impanadone
un involucro di pasta con semola e strutto ripieno di carne di maiale e lardo
chiuso pizzicando la pasta lungo il bordo
Sa supa de caule
Sugo di pomodoro, pane in pannos, cavolo e formaggio
Carciofi ripieni di formaggio
Porceddu
Sas pardulas
Assaggio de " Sa Pulpuzza" con "Pane in Pannos"
Sas Seadas Buddusoine
un involucro di pasta ripiena di formaggio ricoperto di miele
Cottura del pane carasau che viene fatto lievitare e poi "igladadu in su furru" cioè si da la forma tonda con il matterello, si poggia sulla pala e si cuoce.
sa carasadura
il pane viene tagliata e poi ripassato in forno per la"carasadura" (tostatura)
Mentre prepariamo questi piatti , sotto le coperte lievita il
pane in pannos, un pane il cui nome deriva dalla complessa lavorazione, perchè, dopo la preparazione della sfoglia tonda
, si inforna per intiepidirla e poi rapidamente si mette a lievitare nei teli di lino, "igladadu
in pannos"( dare la forma tonda e mettere nel panno); a lievitazione avvenuta si cuoce e si separa in due parti e si impila,a differenza del carasau, non viene ripassato in forno. Maria Antonietta ci spiega che
era un pane che veniva preparato per le occasioni
importanti, come i matrimoni, i battesimi, le cresime, per la festa
principale , ma anche quando si rimaneva lontani da casa per lungo tempo
, ad esempio durante la transumanza.
pannos
Una giornata all'insegna anche della tradizione musicale con il canto a Tenores, il canto dei pastori, eseguito senza
strumenti. Una forma molto antica di
canto con quattro voci ad imitazione dei suoni della natura: sa boghe,
la voce, il canto del solista; su bassu, il basso, la base armonica dell’accompagnamento dal suono gutturale; sa contra, la contra, con un timbro gutturale; sa
mesa boghe, la mezza voce, dalla
tonalità acuta che ha il compito di amalgamare il coro. Ogni paese ha un modo diverso di cantare ed il testo ha una notevole importanza.
Nel 2006 il canto a Tenores è stato dichiarato dall'Unesco Patrimonio Immateriale dell'Umanità.
Anche Peter Gabriel è rimasto affascinato tanto da pubblicare i lavori di un gruppo di Tenores con la propria etichetta discografica.
Tenores di Padru
Tornati a Sassari concludiamo la giornata al ristorante dei
Fratelli Tola, nel centro della città, con una cena tipica sassarese a base di prodotti legati alla tradizione agropastorale a base di verdure e parti meno pregiate dell'agnello:
melanzane e funghi arrosto,
zerri (vope)
fritti con salsa all'aglio,
monzette (lumachine) alla sassarese con aglio, prezzemolo,
tattareu (coratella) di agnello in agrodolce,
cordula (interiora di agnello avvolte nell'intestino) con piselli, e per dolce
ricotta e saba.
Ed ora la ricetta tratta dal libro di Maria Antonietta Mazzone "I sapori della memoria"
S'impanadone
dosi per 8 persone
Per la pasta
1kg di semolato rimacinato
1/3 di litro d'acqua calda
20 g di sale
180 g di strutto più 20 g per ungere la teglia
1 uovo intero
2 tuorli
Per la farcitura
950 g di carne di maiale
50g di ardo salato
3 pomodori secchi
2 ciuffi di prezzemolo
1 g di pepe nero
20 g di sale
1 punta di cucchiaino di timo
1 spicchio di aglio
Procedimento
Impastare la farina con e uova l'acqua e il sale. Lavorare a lungo sino ad avere un composto liscio.Unire a poco a poco lo strutto e continuare a lavorare energicamente , sino a quando non si sentiranno delle piccole bolle scoppiettare. Coprire e lasciare riposare. Tagliare la carne a tocchetti piccoli, ridurre il lardo a piccoli quadratini, tritare grossolanamente il pomodoro secco. Tritare finemente il prezzemolo e l'aglio. Mescolare in una ciotola la carne, il lardo con il sale, il pepe, il pomodoro, il timo e il trito di aglio e prezzemolo. Preparare una teglia rotonda e foderarla con un disco di pasta che deve trasbordare. riempire il fondo della teglia con la farcitura, coprire con un disco più piccolo, unire i bordi dei due dischi e creare una bordura a cordoncino per evitare la fuoriuscita del sughetto. Infornare a 180°.

Una variante gustosa e leggera di questo piatto sostituisce la carne con verdure di stagione (melanzane, peperoni, zucchine e pomodori) passate in padella con aglio e prezzemolo.