Lo scorso dicembre ho partecipato ad un viaggio in Sardegna,
insieme ad altri foodblogger , organizzato dalle Camera di commercio di Sassari , Oristano ,Cagliari e Nuoro in
collaborazione con l’AIFB, Associazione Nazionale Foodblogger. Un favoloso percorso nella Sardegna meno
conosciuta e più autentica, alla scoperta della gastronomia, delle tradizioni
raccontate con orgoglio, con uno sguardo
alla storia di questa stupenda terra.
Una terra con musei a cielo aperto, nuraghi e domus de
janas, suggestive formazioni granitiche scolpite dal
vento e dall’acqua, grotte con immense
stalagmiti e piccoli appezzamenti delimitati da muretti in pietra,
profonde gole, dune desertiche, boschi millenari e macchia
mediterranea dai profumi inebrianti, lagune e stagni dallo straordinario valore
naturalistico e tratti di costa splendidi con un mare cristallino dalle
sfumature azzurre, turchesi, verdi .
Una terra con un popolo orgoglioso e ospitale ,- “sa domo est minore, su coro est mannu, la casa è piccola, il cuore è
grande, recita un proverbio antichissimo sull’ospitalità dei sardi- fiero
della propria lingua e delle proprie tradizioni
e che ha saputo mantenere la
propria identità nonostante le tante dominazioni.
Arriviamo ad Alghero e la nostra prima tappa è a Olmedo, un
paese tra Sassari, Alghero e Porto Torres,
dalla signora Mariella Pinna che
ci ha ospitati nella sua casa e ci ha mostrato l’antica arte della
panificazione artigianale e la modellazione del
pane tradizionale per le cerimonie, attività e abilità prettamente femminili.
Acqua, farina e sa madrizze, il lievito madre, la storia
di una delle tradizioni più antiche che si perpetua ad Olmedo: l’arte effimera.
La signora Mariella ce la racconta , il pane cerimoniale viene fatto in occasione delle feste e delle cerimonie, battesimi,
nozze , in cui è sempre presente il pane degli sposi.
Ci racconta che il pane è
un dono e deve essere bello, lucido e che per questo, appena tolto dal forno,
viene immerso nell’acqua bollente e poi rimesso in forno ad asciugare, e intanto
le sue mani non si fermano mai,
ripetono gesti antichi, modellano rose, calle , spighe di grano, che
impreziosiranno la base di forma circolare , decorata con rotelle
dentate, timbri lignei e dischi di terracotta: le pintaderas.
Le pintaderas , piccole matrici in
terracotta con incisioni geometriche, sono presenti in Sardegna fin dal Neolitico e
ritrovate nei nuraghi, il professor Giovanni Fancello ci spiega che nel Medio Evo venivano usate
per marcare il pane che doveva essere contrassegnato da ogni famiglia per
essere riconoscibile perché cotto nei forni comuni .
Riproduzioni di pintaderas provenienti dal territorio di Villanovaforru e sono custodite nel Museo civico Archeologico. |
L’abilità di queste donne si rivela anche nella
realizzazione di un Presepe di Pane che viene esposto nella piccola Chiesa
romanica di Nostra Signora di Talia.
E dopo aver ammirato questi piccoli
capolavori, gustiamo il pane appena sfornato e spalmato con lo strutto
preparato dalla mamma della signora Pina.
Ci rechiamo poi alle Tenute Delogu, vicino ad Alghero, per una degustazione di prodotti locali , ricci di mare dolci e profumati, carciofo spinoso di Sardegna carnoso, tenero e croccante, servito crudo con la bottarga di muggine e con olio extravergine di oliva che valorizza il piatto con i suoi aromi e profumi , saporiti salumi di suino sardo e cinghiale e squisiti pecorini. Giuseppe Izza, agronomo e fiduciario Slow Food, ci guida, raccontandoci come è regolamentata la raccolta dei ricci per la preservazione della specie, che il carciofo spinoso di Sardegna è una Dop, che il Pecorino Sardo Dop è fatto con caglio e latte pastorizzato, mentre il Fiore Sardo Dop è prodotto con caglio di agnello e latte crudo e poi viene affumicato e oliato. Non potevano mancare i dolci tipici, amaretti, papassinus, tiricche e biancomangiare.
La degustazione è ovviamente accompagnata dai vini
di questa cantina: Die, il Vermentino di Sardegna, sapido e con sentori di frutta e vaniglia, servito con i ricci e i carciofi crudi con la bottarga; Geo, dal colore rosso intenso, armonico,corposo e giustamente tannico, ottimo coi formaggi e i salumi; Die, il Cannonau, dal colore rosso rubino e dal sapore intenso e persistente.
Ego, Geo e Die, vini che rispecchiano la filosofia di Pietro Delogu che segue personalmente il lavoro in vigna: un buon vino è dato da tre elementi fondamentali, l’uomo, la terra e il tempo.
Concludiamo con la visita alle cantine.
Tenute Delogu S.S. 291 - Sassari-Fertilia al km 22,329 07100 - Sassari
Ego, Geo e Die, vini che rispecchiano la filosofia di Pietro Delogu che segue personalmente il lavoro in vigna: un buon vino è dato da tre elementi fondamentali, l’uomo, la terra e il tempo.
Concludiamo con la visita alle cantine.
Tenute Delogu S.S. 291 - Sassari-Fertilia al km 22,329 07100 - Sassari
Nel tardo pomeriggio andiamo a Tula nel Logudoro, il posto
d’oro, e scopriamo il minicaseificio Monzitta e Fiori dove incontriamo Pierangelo Monzitta, un uomo coraggioso
e determinato che, insieme alla moglie, ha rilevato il caseificio in cui
lavorava in un momento in cui si trovava in difficoltà e ha scelto di produrre
formaggi di qualità e di contribuire alla preservazione della razza e delle
flore autoctone.
Gli animali vengono allevati al pascolo e si nutrono per
quasi tutto l’anno di erbe spontanee, prevalentemente leguminose, che
conferiscono al latte aromi e profumi e solo a ottobre e novembre l’alimentazione
è costituita da fieno prodotto in azienda. La lavorazione del formaggio è a
crudo, senza subire trattamenti termici, conservando integra la flora batterica
filo-casearia e conferendo caratteristiche gustative e nutrizionali uniche, con
elevati livelli di omega3, insomma un formaggio di qualità e che fa bene come
hanno dimostrato le analisi e gli studi fatti.
Monzitta e Fiori Strada Stadale 132 Ozieri – Chiaramonti km 20 – Tula (SS)
Monzitta e Fiori Strada Stadale 132 Ozieri – Chiaramonti km 20 – Tula (SS)
Dopo un assaggio di questi formaggi davvero straordinari, ci
rechiamo all’agriturismo Pedru Caddu per cenare.
L’agriturismo, affacciato sul lago Coghinas è gestito da 9 anni da due sorelle, Laura ed
Elena Chessa. Tutto rivela la grande cura, l’attenzione ai particolari e la passione
che viene profusa nel loro lavoro.
Laura in cucina prepara piatti straordinari, in cui l'innovazione e la tradizione trovano un perfetto equilibrio, gustosi e delicati, studiati nei particolari per deliziare il
palato e “per restituire gusti e caratteristiche
il più vicino agli originali”, con ingredienti di qualità selezionati con grande attenzione,
Elena in sala si prende cura degli
ospiti con grande discrezione e gentilezza, e li guida alla conoscenza del
piatto e della sua terra.
La lattuga appena raccolta accompagnata dal miele di
lavanda, i cardi sott’olio, la zuppa logudurese con il finocchietto dall’indescrivibile bontà, la
carne d’agnello aromatizzata con il limone, i funghi fritti leggerissimi, le panadas ripiene di carne di maiale
sapientemente insaporita, gli spiedini
di fegato e per finire i dolci con la
ricotta e le origliettas con il miele e la buccia d’arancia, questi sono i
piatti che ci hanno preparato e che ci hanno deliziato con la loro bontà.
Agriturismo Pedru Caddu 07010 Tula (SS) s.s. Tula - Erula km 1
Agriturismo Pedru Caddu 07010 Tula (SS) s.s. Tula - Erula km 1
...e questo non è che il primo giorno....
Ed ora la ricetta di Elena e Laura per preparare uno di questi piatti, la zuppa logudorese nella variante con il finocchietto selvatico.
Zuppa di finocchietto selvatico ( Suppa de fenusgiu)
250/300 g di finocchietto selvatico
500 g
di spianata di Ozieri
Peretta( “panedda”)
Pecorino romano grattugiato
Aglio
Cipolla
Pomodoro secco
Sale
Lardo
Procedimento
Prendete una terrina
da forno ed ungetela con del burro e
qualche pezzetto di lardo tagliato finemente;disponetevi uno strato di spianata di Ozieri che avrete precedentemente
aperto e tagliato in pezzi, distribuite il brodo preparato, avendo cura di
cospargere il pane con i pezzi del finocchietto presenti nel brodo stesso.
Spolverare il tutto con abbondante pecorino romano grattugiato e distribuire
piccole fette di medio spessore di peretta su tutta la superficie. Ripetere la
stessa operazione fino ad ottenere almeno cinque strati.
Che bella la Sardegna, tutta da scoprire, molto interessante il tuo racconto.
RispondiEliminaFrancesco
Una terra bellissima che ogni volta mi affascina!
Eliminasono a bocca aperta , meraviglia!!!!!! già innamorata della sardegna da sempre , rivedere quel pane , mi ha ricordato tanti anni fa una signora che lo faceva in una casa di Logo Santu, mi hai ammaliato con il tuo post , farei anche io una esperienza del genere , un vero sogno , grazie della condivisione, ti abbraccio
RispondiEliminaciao Reby
Reby è stata una bellissima esperienza e questo è il racconto relativo solo al primo giorno!
EliminaCiao
Bellissimo post, é stato bellissimo conoscerti
RispondiEliminaAnche per me Francesca e condividere le esperienze con persone che senti vicine è molto più
Eliminabello!
A presto
Ciao! Arrivo da te perché ho visto sulla mappa dei soci che fai parte anche tu dell'AIFB come lo sono io. Mi sono unita ai tuoi lettori e mi piacerebbe tanto che tu facessi altrettanto. Grazie...buona serata! Claudia
RispondiEliminahttp://www.lacucinadistagione.blogspot.it/
un tour meraviglioso. Solo tutte le cose artigianali che avete visto! Spettacolo puro e mani d'oro sta gente!
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