lunedì 30 gennaio 2023

LE ZONE E I TERROIRS DEL ROERO - UN VIAGGIO TRA LE INFINITE SFUMATURE DEL NEBBIOLO - MASTERCLASS NEBBIOLO NEL CUORE

 

Il 14 e il 15 gennaio si è svolta La nona edizione di “NEBBIOLO NEL CUORE”,  la due giorni promossa da RISERVA GRANDE.

All’evento enogastronomico NEBBIOLO NEL CUORE”, che si è svolto a Roma al Gran Hotel Palatino,  hanno partecipato 50 produttori di vini a base Nebbiolo, sono state degustate oltre 300 etichette, sono stati presenti oltre di milleciquecento visitatori, inclusi circa 150 operatori stampa e Horeca. Un meritato successo di una bella e  ben organizzata manifestazione di promozione della cultura del Nebbiolo e delle sue terre di elezione, a cui enofili, wine-lovers ed operatori del settore appassionati del nobile vitigno, non possono mancare.

Il vitigno a bacca rossa tra i più noti e amati anche oltre i confini nazionali, re di tanti variegati terroirs nordici del nostro paese, è stato  presentato e degustato attraverso le sue affascinanti e molteplici declinazioni ed espressioni: Roero, Barbaresco e Barolo, Gattinara e Ghemme, Boca e Lessona, Bramaterra e Fara, Sizzano e Valli Ossolane, Colline Novaresi e Coste della Sesia, Valle D’Aosta e Valtellina, Monferrato, Carema e Canavese e le altre micro-realtà sparse sul nostro territorio.  Nebbiolo primo attore ma erano presenti anche altri vitigni degni di grande attenzione,  dagli Arneis, al Dolcetto, al Barbera.

La GUIDA di NEBBIOLO NEL CUORE. Vademecum per l'appassionato, il degustatore, il viaggiatore

Una novità assoluta di questa nona edizione è stata la presentazione, alla stampa e ai produttori presenti il nuovo  progetto di Riserva Grande: La guida di Nebbiolo nel cuore. Un Vademecum per conoscere e approfondire il Nebbiolo e le sue molteplici espressioni territoriali, realizzato per mezzo di un’APP gratuita, facilmente scaricabile, interattiva e in continua evoluzione. Strumento utile anche a coloro che vogliono scoprire i territori del Nebbiolo, perché oltre a fornire indicazione per la visita alle cantine, segnala anche le strutture ricettive quali B&B, alberghi, cascine, ristoranti e punti di vendita di eccellenze enogastronomiche.

MASTERCLASS

A Nebbiolo nel cuore seguitissime anche  le tre Masterclass di approfondimento dei mille “volti” territoriali, culturali e gustativi del Nebbiolo: “L’Evoluzione del Nebbiolo. Grandi annate in degustazione”, “Le Zone e i Terroirs del Roero” e “Il Piemonte a tavola e l’abbinamento cibo-vino”.

Ho partecipato alla seconda,  una degustazione di dieci Roero docg provenienti dai vari territori, condotta da Marco Cum, insieme ai produttori presenti. Un interessante approfondimento di una denominazione,  Roero rosso DOCG, riconosciuta nel 2005, prodotta con uve Nebbiolo al 100% anche se il disciplinare ammette l’utilizzo del 5% di uve rosse coltivate nella stessa zona.

La DOCG ROERO

La Docg Roero si articola in due vini: il Roero, vino rosso che declina le infinite sfumature del Nebbiolo, e il Roero Arneis, vino bianco a base delle omonime uve autoctone. Alcuni dati: 294 produttori, areale di 2019 ettari, 1170 vitati DOCG, di cui  970 DOCG Roero Arneis e 200 DOCG Roero, con una età media delle vigne di 25 anni. La Docg Roero è riservata alle seguenti tipologie e menzioni: Roero, Roero riserva, Roero Arneis, Roero Arneis riserva, Roero Arneis spumante.

Il Roero è un territorio che non teme il confronto con il Barolo e il Barbaresco, i suoi famosi e importanti vicini; sono altre e diverse espressioni del grande vitigno autoctono, il Nebbiolo, territori diversi,  espressioni diverse di uno stesso vitigno.

Il fiume Tanaro divide le Langhe, dal Roero, una separazione che si data tra 220.000 e 150.000 anni fa; prima, da 130 milioni di anni  fino a due-tre milioni di anni fa, tutta la zona  faceva parte del fondale di un mare interno, il Golfo Padano.  un antico mare dai fondali poco profondi, che lasciò consistenti depositi di sabbia, argilla e sali minerali, oltre a ingenti depositi di fossili marini che possono essere trovati tutt’ora in queste terre. Con l’emersione e il prosciugamento i suoli,  strutturati per strati di sedimenti di varia origine litologica, trasportati dalle correnti marine che erodevano le montagne circostanti, sono stati arricchiti dai  sedimenti di origine fluviale e eolica.  La deviazione del corso del Tanaro, "cattura del Tanaro", per opera di erosione di un altro fiume causò una serie di sconvolgimenti molto forti nelle vallate di scorrimento. Il percorso del Tanaro si sposta sulla direttrice Alba-Asti, separando così, le Langhe, sulla riva destra, dal Roero, sulla riva sinistra. Nelle dolci colline del Roero continua l’erosione scavando  forre profonde e calanchi dalle singolari forme, dividendo i suoli continentali, a base di ghiaie e argille fluviali, da quelli di origine marina.  Il risultato sono le Rocche, guglie dalle forme affascinanti e bellissime, anfiteatri naturali maestosi ed imponenti. Un territorio molto vocato alla coltura della vite caratterizzato da un’ampia biodiversità che vede la presenza di orti, boschi e frutteti.

I suoli del Roero sono complessi e vari; quelli a nord ovest, con le Rocche,  hanno una predominanza di arenarie,  rocce  sedimentarie di origine marina e fluviale con percentuali alte di calcare, argilla e sabbia, che conferiscono permeabilità e leggerezza. A sud est, nelle zone più vicine al Tanaro,  prevalgono limo e argilla con calcare, derivante dalla sedimentazione marina, ricco di materiale organico. Il Roero dunque ha vari tipi di suolo e i  vini riflettono questa diversità, vini fruttati e floreali, profumati ma poco adatti all’invecchiamento, oppure  vini  fragranti, fini, con struttura elegante, complessità e possibilità di invecchiare.

L’Unesco ha dichiarato il Roero, insieme ai territori Langhe e Monferrato, Patrimonio dell’Umanità, come paesaggio culturale di eccezionale bellezza, caratterizzato da una tradizione storica antica legata alla coltura della vite e a una vera e propria “cultura del vino”, profondamente radicata nella comunità.


 

MASTERCLASS: Le Zone e i Terroirs del Roero

Battaglino – Roero Riserva Colla 2016

Riccardo Battaglino (nonno di Fabrizio) ha fondato questa azienda, di piccole dimensioni, nei primi anni ’60.  Fabrizio, prima di lui il papà Mario, hanno continuato la tradizione familiare: 5 ettari sulle colline La Colla e Mombello, vitati a Nebbiolo, Barbera e Arneis.

Colla, MGA (Menzione Geografica Aggiuntiva) Una Riserva da singola vigna - come ogni vino della cantina, secondo l’idea del produttore -  a 350 m slm, con un terreno misto di sabbia e argilla che dona eleganza e struttura.

Roero Riserva Colla 2016 Affinato in barrique, colore rosso  granato, al naso sentori di frutti rossi, tabacco, spezie, note di pepe; al palato caldo, morbido e fresco, con acidità percettibile e tannini fini e ben integrati; finale persistente.

Cascina Monpissan – Roero Karma 2016

La Cantina prende il nome da Monpissano, uno dei grandi Cru di Canale. 13 ettari di vigne di proprietà condotte dalla terza e quarta generazione.

 Le vigne sono situate a Canale, media collina, 340 m slm, ottima l’esposizione.

Roero Karma 2016 Affinamento in tonneaux di rovere. Rosso rubino brillante, al naso è intenso ed elegante, floreale e suadente, con note balsamiche. Al palato delicato, giustamente tannico, di grande bevibilità, equilibrato.

Carlo Casetta – Roero DOCG 2020

Terza generazione legata al vino. Siamo a  Montà d’Alba, sopra la falda delle Rocche, dove i suoli sono leggermente più argillosi.

Una linea nata nel 2020, prodotta con le migliori uve dell’azienda, vinificate rispettando l’eccellenza del territorio ed esaltandone al massimo la qualità.

Roero DOCG 2020 Affinamento di 12 mesi in barrique di 3° o 4° passaggio. Colore rosso rubino intenso con riflessi granata, naso pulito, floreale,  con note di rosa e viola, fruttato di fragoline di bosco e speziato, profumi tipici del nebbiolo. In bocca frutta e spezie, tannini presenti ma setosi e una buona persistenza.

Bric Castelvej – Roero Panera Alta Riserva 2016

La storia della cantina Bric Castelvej inizia nel 1956 con il fondatore Domenico Gallino. Ora, Mario e Cristiano Repellino gestiscono i 13 ettari della tenuta sulle colline vicino a Canale, con una ricerca attenta a consentire l'espressione di un'ampia varietà di terroir, dai vigneti a sud est con terreni  sabbiosi, a quelli a sud ovest del Roero DOCG Riserva Panera Alta, con terreni calcare argillosi e una bassa percentuale di sabbia.

Roero Panera Alta Riserva 2016. Sosta in botti grandi di rovere, in parte nuove ed in parte già usate, successivamente il vino riposa in Tonneau per circa 30 mesi. Dopo l’imbottigliamento sosta circa 6 mesi di bottiglia.

Colore rubino chiaro, un naso sontuoso, frutti rossi, spezie, caffè, cacao, note balsamiche e boisè, che un po’ coprono i profumi tipici del nebbiolo; nel tempo emergerà la nota fruttata. In bocca equilibrato, fresco e persistente.

Cascina Goregn – Roero DOCG 2020

L'azienda di Allerino Gaudenzio si trova a Castagnito, a pochi chilometri da Alba, sulla sinistra del Tanaro, nel cuore del Roero. Terza generazione dei “Goregn” , ovvero dei forti, come veniva chiamato il nonno. Le vigne sono al “sorì", cioè in luogo soleggiato, le viti allevate a guyot,  la vendemmia è tardiva.

Roero DOCG 2020  matura 12 mesi in acciaio e 16 mesi in tonneau di rovere francese.

Rosso rubino con riflesso granato, al naso domina il frutto, con viola e note speziate. Al palato morbido, fresco e con tannini croccanti e vivaci; espressione del Nebbiolo nel solco della classicità. Finale persistente

Filippo Gallino – Roero Sorano Riserva 2015

La  produzione di vino in famiglia risale a tempi remoti, ma è Filippo Gallino, insieme al padre Felice a creare l’azienda, che ha cominciato a produrre nel 1972 e che da 50 anni contribuisce alla crescita e al futuro del Roero e alla rinascita dell'Arneis. 15 ettari, coltivati in modo sostenibile, sono alla base della produzione di vini tradizionali ma innovativi.

Roero Sorano Riserva 2015. Maturazione in anticipo e vendemmia a mano a fine settembre. Vinificato in serbatoi d’acciaio, matura 24 mesi tra barriques e botti grandi, infine ulteriori 12 mesi in acciaio per l’affinamento.

Colore rosso rubino con sfumature granate, al naso regala aromi fruttati e di viole, note terrose e speziate, percezioni balsamiche. La beva è avvolgente e carnosa, i tannini importanti e il finale lungo.

Mario Costa – Roero Riserva Morinaldo 2017

Quarta generazione, l’Azienda Agricola Mario Costa nasce nel 1952 grazie a Giuseppe Costa; nel 1976 entra in azienda Mario, nel 2016 i fratelli Giuseppe e Luca assumono la guida dell’azienda, che diventa Azienda Agricola Mario Costa. 20 ettari a Canale e Montà tra potenti rocche e dolci colline. La vigna di Morinaldo, situata a Montà, 280 m s.l.m, è caratterizzata da terreni sciolti, poco calcarei e ricchi di sabbia di origini lacustri fluviale.

Il Roero Riserva Menzione Morinaldo 2017, annata calda in cui la vendemmia è stata anticipata a metà settembre, viene affinato in botti di rovere nuove e poi in bottiglia.

Rosso rubino intenso, profumi di rosa canina, amarene, scorze di arancia candita, aromi di spezie. Al palato elegante, fruttato, ricco di tannini e un finale balsamico. Un vino importante dall’ottima beva.

Giacomo Barbero – Riserva Valmaggiore 2017

L’azienda Giacomo Barbero è una nuova realtà nel Roero anche se il cognome Barbero è conosciuto e storicamente legato alla tradizione vitivinicola di queste terre. Situata a Canale, la cantina nasce nel 2015, con la gestione di una primo vigneto di 3 ettari nel comune di Vezza d’Alba, in località Valmaggiore; da allora nuovi terreni sono stati acquistati sempre nel Roero, e sono stati impiantati altri vigneti.

Il Roero Riserva 2017, menzione geografica aggiuntiva (MeGA) di Valmaggiore del comune di Vezza d’Alba, dopo la fermentazione riposa in vasca d’acciaio qualche mese per poi affinare 30 mesi in fusti di rovere di Slavonia da 2000 litri.

È la prima annata, la seconda di sempre della cantina, della produzione di un vino di grande piacevolezza. Rosso granato, ha un naso complesso, profumo di viola e frutta matura, sentori di liquirizia, frutta secca, spezie dolci e sottobosco. In bocca è caldo, giustamente tannico con un finale lungo e sapido.

Careglio – Roero Riserva 2017

Pierangelo Careglio iniziò a produrre uno dei primi Arneis nel 1986, passando, all’inizio degli anni ’80, dalla produzione di frutta alla viticoltura. Suo figlio Andrea ha da allora seguito le sue orme per produrre vino che mostri al meglio le caratteristiche del territorio e dei vitigni e dal 2008 ha preso in mano le redini dell’azienda. La tenuta è passata da 3 a 8 ettari di dimensioni negli ultimi 15 anni e una nuova struttura vinicola ha aperto nel 2017.

Terreno con sabbia in alta percentuale, poi limo, argilla e calcare. Vendemmia precoce in un’annata calda e siccitosa.

Roero D.O.C.G. 2017, macerazione lunga, affinamento in botticelle di legno di rovere parzialmente tostato, infine una permanenza di sei mesi in bottiglia per un vino importante nel solco della tradizione. 

Colore rosso rubino, tendente al granato, ha un naso intenso di frutti rossi, viola, spezie, liquirizia. Al palato caldo, strutturato, avvolgente, tannini eleganti, un retrogusto di sottobosco e un finale lungo.

Cascina Lanzarotti – Roero Carlinot Riserva 2016

Entrata di proprietà della famiglia Ferrero nel 1883, la storia della “Cascina Lanzarotti” è molto più antica ma ha sempre mantenuto la sua origine contadina. Si trova a Monteu Roero,  in un rilievo naturale immerso tra vigneti e frutteti. Nata come azienda agricola dedita all’allevamento degli animali e alla produzione di frutta, ha abbandonato l’allevamento per concentrarsi sulla  produzione del vino.

Roero Carlinot Riserva 2016. Terreno argilloso, selezione accurata di uve di un’unica vigna frutto di  più diradamenti, fermentazione in acciaio poi in botti grandi, barriques e tonneaux per 12/15 mesi, successivamente in acciaio per l’assemblaggio, infine sosta in bottiglia fino a 30 mesi, per questo vino nel segno della classicità, dedicato al nonno.

Colore rosso granata intenso, ciliegia e lampone, piccoli frutti rossi, liquirizia e un accenno di speziatura e sottobosco. Al palato caldo, robusti i tannini ma ben equilibrati e un finale lungo e persistente.

 

Riserva Grande

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