L’ALEATICO NERO: UNA STORIA ANTICA E COMPLESSA
Un vitigno aromatico, poco produttivo e vulnerabile alle
malattie, l’aleatico ha una tradizione secolare. Si pensa che fosse coltivato
già dagli Etruschi e successivamente dai Romani. Il nome “livatico” compare per
la prima volta nel 1303 negli scritti di Pierre de’ Crescenzi. Nonostante la
sua lunga storia, solo recentemente è stato possibile identificarne le origini
genetiche, che lo legano al Moscato bianco. Tuttavia, oggi l’aleatico nero è
una rarità: i vigneti italiani coltivati a questo vitigno coprono appena 330
ettari, contro i 2.100 del 1970.
LA CANTINA PACCHIAROTTI
Fondata nel 1998, la cantina si sviluppa su 2,5 ettari di
vigneti, producendo circa 10.000 bottiglie annue. Qui, l’aleatico nero cresce
su terreni vulcanici ricchi di lapilli e tufi, a un’altitudine di 450 metri,
con le vigne che si affacciano sul Lago di Bolsena. La vinificazione avviene in
una grotta tufacea settecentesca, creando un legame profondo tra territorio e
tradizione. Antonella descrive la vite come una metafora di famiglia: con
radici profonde e necessità di cure costanti.
LE ESPRESSIONI DELL’ALEATICO NERO: LA DEGUSTAZIONE VERTICALE
Nel corso di una masterclass guidata dalla sommelier
Cristina Santini, organizzata durante la manifestazione ViniAmo, abbiamo avuto
l’occasione di esplorare quattro interpretazioni dell’aleatico nero firmate da
Pacchiarotti: Mateé, Ramatico, Cavarosso e Butunì
Un vino che esalta la mineralità del suolo vulcanico. La
versione 2020 fermenta e affina parte in cemento e parte in acciaio, mostrando
al palato freschezza e sapidità. La 2016, più complessa, regala note di
mandarino essiccato, miele e un’elegante sfumatura fumé.
RAMATICO (ALEATICO NERO ROSATO, IGT 2020 E 2016)
Un errore fortunato ha dato origine a questo vino dal
caratteristico colore rame. La 2020 si distingue per profumi intensi di mela
cotogna e fragoline, con una grande sapidità che invita ad abbinamenti con
pesce di lago. La 2016, invece, affascina con il suo bouquet vulcanico più
raffinato e misterioso.
CAVAROSSO (ALEATICO NERO VINIFICATO IN ROSSO, IGT 2021 E
2016)
La 2021 è un rosso giovane, vivace e aromatico, con un gioco di acidità e sapidità che lo rende immediatamente godibile. La 2016, al contrario, si presenta più matura e strutturata, con note di confettura, caffè e un finale complesso, perfetto per selvaggina e piatti importanti.
BUTUNÌ (ALEATICO NERO VENDEMMIA TARDIVA, 2017 E 2008)Due annate che raccontano storie diverse. Il 2017, frutto di
una stagione calda, si caratterizza per la concentrazione zuccherina e
l’intensità aromatica di visciole e mirtilli sotto spirito, mentre il 2008,
meno alcolico, esprime note più terrose e complesse, richiamando il mosto cotto
e la frutta secca.
Questa degustazione ha dimostrato la straordinaria versatilità dell’aleatico nero: capace di interpretazioni uniche e sorprendenti, tutte coerenti con l’annata e il territorio. Ogni vino della Cantina Pacchiarotti racconta una storia emozionante, fatta di tradizione, innovazione e legame indissolubile con la terra.
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