lunedì 2 febbraio 2015

Chiacchiere...frappe, galani o cenci



Il Carnevale è in arrivo, è ora di cominciare a preparare le chiacchiere , deliziose frittelle sottili, sottili  e friabili ricoperte di zucchero a velo. Che si chiamino cenci come in Toscana, galani o crostoli come in Veneto, bugie in Piemonte, sfrappole in Emilia Romagna,  le chiacchiere sono il dolce più famoso di Carnevale.
La loro origine probabilmente risale ai frictilia dei Romani,  dolci fritti nel grasso di maiale e preparati in grande quantità, da distribuire alla folla in occasione dei Saturnali, solenni feste di carattere popolare che si celebravano in onore di Saturno.
Questa è la ricetta che io utilizzo per fare le frappe (a Roma si chiamano così) ed è tratta da un vecchio libro che mi fu regalato da un caro amico quando ero studentessa liceale...tanti anni fa... con la passione per i dolci. E' una ricetta la cui riuscita è sicura, le frappe risultano leggere e piene di bolle, l'importante è stendere la sfoglia molto sottile; si può fare con la macchina della pasta ma io preferisco farlo con il matterello sulla spianatoia di legno.


 Ingredienti
500 g di farina 00
3 uova grandi (180 g)
60 g di burro (fuso)
0,5 dl di cognac o acquavite o rum
50 g di zucchero
buccia grattugiata di mezzo limone
un pizzico di sale
 q.b. di latte  ( solo se serve)
olio di semi di  arachide per friggere

Procedimento
Mettere in planetaria tutti gli ingredienti, escluso il latte, e impastare a lungo; aggiungere  un po’ di latte solo se serve, il composto deve essere consistente, in genere con le uova grandi non è necessario.
Far riposare l'impasto coperto e a temperatura ambiente per circa un’ora.
Riprendere l'impasto dopo il riposo, stendere la sfoglia molto sottile, ritagliare con la rotella dentata delle strisce di 6/7 cm di larghezza e dividerle in rettangoli, fare un taglio al centro, e friggere in olio abbondante e ben caldo (170°). Scolare le chiacchiere appena saranno gonfie e dorate, farle asciugare su carta assorbente. Far raffreddare e  cospargere di zucchero a velo.


11 commenti:

  1. a Torino si chiamano bugie, Chiamale come ti pare... mi fionderei sul tuo vassoio cara Cadè!

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  2. Candida non ho tempo di farle. ..mannaggia! Ma la terrò presente!

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  3. anche da me in Abruzzo le lo sempre chiamate frappe mentre in Toscana sono diventate...cenci :)))
    come verrei volentieri a fare due chiacchiere lì con te, in tutti i sensi :D
    un bacione, buona giornata

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  4. Si chiamano in mille modi ma il risultato non cambia.. troppo golose!!!! Io vorrei farle oggi.. chissà... Le tue sono perfette :-D un bacione cara

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  5. Bellissime, proprio come piacciono a me, sottilissime e piene di bollicine!!! Noi qui le chiamiamo le chiacchiere, la mia nonna romagnola le chiamava bugie....
    Ti bascio cara!!!

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  6. Che belle foto! e che bel blog! Mi iscrivo subito! Ciao e a presto! La tua follower nuova di zecca Cecilia

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  7. Confesso….non amo in modo particolare le frappe, ma ti garantisco che queste le assaggerei…bollose sottili e friabili solo a guardarle. Non le farò mai lo so, ma mi invogliano.
    PS: hai fatto delle foto spettacolari ;)

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  8. Io friggo raramente ma alle Chiacchiere (da noi si chiamano così) non rinuncio. Bellissime anche le tue. Un bacio

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  9. Qui da me si chiamano chiacchiere, ma indipendentemente dal nome, sono troooooppo buone!!
    Le tue poi sono a dir poco perfette!!!
    Complimenti Candida!!
    Un mega bacio e buona serata
    Carmen

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  10. Le nostre frappe, come fare senza a carnevale! Le ho fatte e regalate quasi tutte mi tocca rifarle assolutamente!

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  11. Sssst... facciamo parlare loro! Neanche una chiacchiera ho mangiato quest'anno! Me le fai????

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