"Alla
ricerca della nave perduta", il Sindaco Alberto Bertucci il 5 Aprile ha
dato il via ufficiale alla ricerca della
terza nave romana di Caligola, alla
presenza della Direttrice del Polo museale del Lazio Edith Gabrielli, di Luigi
Dattola, geologo del Centro Geologia e
Amianto dell'Arpacal, del comandante della Guardia Costiera Roma e
Provincia di stanza a Fiumicino Fabrizio Ratto Vaquer, del Nucleo
subacquei dell’Arma dei Carabinieri, dell'architetto Giuliano Di
Benedetti.
Il Nucleo
subacquei dell’Arma dei Carabinieri, scandaglierà per una settimana le acque del
lago di Nemi alla ricerca della nave. Luigi Dattola, coordinerà la ricerca per cui verrano utilizzati un “side scan sonar” per
realizzare la mappatura del fondale, e un “sub bottom profiler”. sistema che
permette di identificare la sequenza litostratigrafica presente sul fondale
econsente di ottenere profili fino a quattro
metri al di sotto del fondale.
Nella
seconda la fase si elaboreranno i dati per trovare elementi a sostegno della presenza della nave romana che potrebbe
essere occultata da strati di limo e detriti. Se tracce dell’imponente nave non
si trovassero, l’operazione avrà comunque permesso di eseguire una attenta
analisi del fondale lacustre e la sua mappatura.
Abbiamo
seguito in barca l’inizio della mappatura con il“side scan sonar”, fino al
punto più profondo del lago, in cui si ipotizza che si trovi la terza nave.
L’ipotesi
della presenza di una terza nave è sostenuta dall’architetto Giuliano Di
Benedetti. Basandosi su documenti antichi, lo studioso ha trovato elementi che
fanno pensare che Caligola fece costruire tre navi sul lago di Nemi: la terza
imbarcazione, molto più grande delle altre due recuperate nel 1929 e poi
distrutte nel 1944 dall’incendio del
Museo delle Navi, sarebbe addossata alla costa del lago che "guarda
a levante" cioè dalla parte opposta a quella dove furono rinvenute le
altre due.
A sostegno
della sua ipotesi l’architetto Di Benedetti afferma che “le misure rilevate da l'ingegnere
militare bolognese Francesco De Marchi nel 1535 e da Leonardo
Bufalini erano notevolmente diverse da
quelle delle due navi recuperate. Quindi la nave indicata da Leon Battista
Alberti - ed esplorata verso il 1460 con l'aiuto di esperti nuotatori
genovesi -, da Leonardo da Vinci - i cui allievi, nel 1512 , grazie ad una
campana da lui ideata, riescono a scendere sott'acqua ed a vedere la nave -, da
Francesco De Marchi, Leonardo Bufalini e Annesio Fusco era un’altra, la terza, molto più grande e
posta ad oltre un chilometro di distanza dal punto in cui furono ritrovate le
altre due.”
Qui L'architetto Di Benedetti ci illustra le foto dell'ipotetico fasciame della nave cercata.
L'architetto Giuliano Di Benedetti |
LE NAVI
ROMANE DI NEMI
Le navi imperiali del Lago di Nemi risalgono al periodo dell’imperatore
Caligola (12-41 d.C.) e rappresentano un esempio importantissimo di tecnica
navale romana.
Svetonio le
descrive nelle «Vite dei Cesari»: «Dieci file di remi, la poppa brillante di
gioielli, ampi bagni, gallerie e saloni, sempre rifornite di gran varietà di
viti e alberi da frutto»
Caligola
aveva un profondo interesse per la marineria e una grande e capacità di
avvalersi di tecnici competenti; la testimonianza più significativa sono
proprio le due navi che l'imperatore fece costruire e ormeggiare nel lago di
Nemi. Lunghe 70 metri e larghe 20 avevano funzione di Palazzo l’una e di nave
cerimoniale l'altra. Caligola si ispirò a precedenti esempi di età ellenistica,
le navi infatti sono considerate la naturale prosecuzione in età romana degli
spettacolari Navigli descritti da Moschione - tecnico navale- e Callistino. Le
navi nemorensi hanno senza dubbio la ricchezza fuor di misura dell'apparato
decorativo della villa e del santuario costruiti sulla sponda del Lago, per
questo realizzazioni pressoché ineguagliabili. Costruite in legno, accanto agli
strumenti propri dell’ingegneria navale, sono stati recuperati arredi e suppellettili di lusso propri
dell'architettura stabile dei palazzi e delle residenze di prestigio: erme
bifronte e una transenna di bronzo,
mosaici, colonne di marmi vari, lastre di terracotta figurata impiegate
per decorare le pareti.
IL MUSEO DELLE NAVI
Il museo
venne costruito tra il 1933 e il 1939 sulla riva settentrionale del lago per
ospitare le due gigantesche navi imperiali di Caligola recuperate nelle acque
del bacino tra il 1929 e il 1931; primo museo in Italia e forse in Europa ad
essere costruito in funzione del suo contenuto: due scafi delle misure
rispettivamente di metri 71,30 x 20 e m 73 x 24.
Fu distrutto
da un incendio nel 1944, riaperto nel 1953 e poi chiuso nel 1962. Nel 1988 fu
definitivamente riaperto con un nuovo
allestimento in cui l'ala sinistra è dedicata alle navi. Sono esposti alcuni
materiali scampati all'incendio, come la ricostruzione del tetto con tegole di
bronzo due ancore il rivestimento della ruota di prua, attrezzature di bordo originali o
ricostruite, (una noria, una pompa a stantuffo, un bozzello, una piattaforma su
cuscinetti a sfera), Sono inoltre visibili due modelli delle navi in scala 1:5
e la ricostruzione in scala al vero dell'aposticcio di poppa della prima nave,
su cui sono state posizionate le copie in bronzo delle cassette con protomi
ferine; è inoltre visibile un tratto di basolato romano inglobato nel
museo, il clivus birbi, che da Ariccia
conduceva al santuario di Diana.
L'incendio
del museo, provocato dalle truppe tedesche in ritirata durante l'ultimo
conflitto mondiale, ha distrutto uno degli esempi più completi di
architettura navale, non esistono fonti che parlano di un'opera così importante
che sicuramente non passò inosservata, una “damnatio memoriae”che ha condannato
Caligola e le sue opere all’oblio.
Bibliografia
AA.VV., Caligola. La trasgressione
al potere, Gangemi editore
AA.VV., Sulle tracce di
Caligola: Storie di grandi recuperi della Guardia di Finanza,Gangemi editore
AA.VV., Ai confini di
Roma: Tesori archeologici dai musei della provincia, Gangemi editore
Sitografia
http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=151036&pagename=157031
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