Prosciutto di San Daniele: il Consorzio aggiorna le
regole di lavorazione della Dop.
Definiti parametri più stringenti per tutelare
l’assoluta qualità di uno dei prodotti simbolo del made in Italy
agroalimentare. La revisione arriva dopo un lungo confronto avviato dal
Consorzio a partire dal 2018 con tutti i soggetti di filiera.
Consumatori, welfare degli animali e tutela del
marchio al centro dei cambiamenti
Un fatturato di 330 milioni di euro con una
produzione che sfiora i 2,8 milioni di prosciutti nel 2018; una crescita
stabile delle vendite oltreconfine, con un complessivo aumento dell’export a
doppia cifra (10%) nei Paesi extra UE nei primi sei mesi del 2019, soprattutto
in Canada e Giappone; una filiera produttiva che conta 3.927 allevamenti, 116
macelli e 31 stabilimenti; un prodotto a Denominazione di Origine Protetta che
rappresenta al meglio lo stile italiano. E’ l’identikit del Prosciutto di San
Daniele DOP, uno dei simboli più conosciuti del made in Italy agroalimentare
nel mondo, il cui processo di lavorazione, frutto di una tradizione che affonda
le radici tra XI e VIII secolo a. C., è giunto a un punto di svolta.
Ad annunciare a Roma le novità è stato lo stesso
Consorzio di tutela, che ha scelto Palazzo Rospigliosi come sede privilegiata
per presentare il nuovo Disciplinare di produzione della Dop aggiornato con
l’obiettivo di specificare ancora meglio alcuni aspetti determinanti nella
produzione della DOP a garanzia della tutela del marchio e del consumatore. Un
risultato frutto di un lungo iter di confronto e di un tavolo di lavoro
interprofessionale avviato a partire dal 2018 dal Consorzio con tutti i
soggetti che compongono la filiera per condividere e definire parametri più
stringenti in un’ottica di ulteriore innalzamento qualitativo.
Pur mantenendo i principi di base originari
stabiliti nel documento risalente al 1994 (e rivisto con modifiche minime nel
2007), il nuovo testo dei Disciplinare è stato infatti rivisitato sia sul
fronte degli aspetti scientifici che in alcune fasi del processo produttivo,
senza tralasciare le regole legate al benessere dell’animale, le modalità di
etichettatura e la regolamentazione dell’utilizzo del logo consortile. La
proposta di modifica, in seguito al via libera dell’Assemblea del Consorzio del
Prosciutto di San Daniele e della Commissione di gestione della filiera, ha già
ricevuto l’approvazione ufficiale da parte della Regione Friuli-Venezia Giulia
ed è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana da
parte del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (GU Serie
Generale n.299 del 21-12-2019). L’ultimo passaggio è previsto in Commissione
Europea per l’approvazione e la pubblicazione nella relativa Gazzetta ufficiale
dell’Unione Europea.
“La revisione del Disciplinare - spiega Mario
Cichetti, direttore generale del Consorzio del Prosciutto di San Daniele - è
frutto di un processo lungo e doveroso di cui il Consorzio si è fatto promotore
attivo in relazione ai cambiamenti sempre più importanti che l’intera filiera
si trova ad affrontare. L’obiettivo, fin dalla nostra istituzione, è sempre
stato quello di promuovere, valorizzare e tutelare il Prosciutto di San
Daniele. Ancora oggi, quindi, continuiamo a lavorare nella direzione della
trasparenza e chiarezza attraverso azioni concrete quali l’intervento sul
Disciplinare e il nuovo sistema di tracciabilità delle vaschette di
preaffettato”.
Nuova è, ad esempio, l’introduzione nel Disciplinare
di un peso massimo di 17,5 kg e di un peso minimo di 12,5 kg per le cosce
fresche impiegate nella preparazione del Prosciutto di San Daniele; altrettanto
nuovo è il limite fissato per il peso del prosciutto stagionato (massimo 12,5
kg, minimo 8,3 kg). Anche il periodo di stagionatura viene aggiornato, passando
da 12 mesi a 400 giorni; ristretto inoltre il range del contenuto di sale (non
inferiore a 4,3% e non superiore a 6%).
Quale requisito preliminare di conformità, il nuovo
Disciplinare esplicita con maggiore chiarezza le caratteristiche genetiche dei
suini ammessi alla Dop con indicazione delle liste di tipi genetici idonei e
non idonei. Questa precisazione si è resa necessaria alla luce dei recenti
sviluppi nel campo della ricerca genomica e ha l’obiettivo di operare un
controllo sempre più stringente di tutte le possibili combinazioni per
l’incrocio riproduttivo, nonché specificare il divieto di utilizzo di tipi
genetici non indicati nel Disciplinare. Contestualmente, è stata introdotta una
banca dati genetica stilata direttamente dal MIPAAF per una più efficace azione
di controllo con finalità antifrode e anticontraffazione del tipo genetico.
E’ stato inoltre necessario aumentare i pesi massimi
delle carcasse (e, di conseguenza, il peso dei suini da vivi) in seguito
all’evoluzione avvenuta nel corso degli anni della popolazione dei suini
allevati in Italia, la cui massa corporea è cresciuta naturalmente in seguito
al miglioramento delle condizioni di allevamento, ad una più appropriata
alimentazione e a condizioni sanitarie ottimali per la loro crescita. Pertanto,
il nuovo Disciplinare chiarisce i concetti di “suino pesante” e “pesi elevati”,
con modifiche che riflettono oggi le classi di peso ottenibili sulla base della
Tabella dell’Unione Europea. Per la conformità delle cosce destinate al San
Daniele si è quindi introdotto ex-novo il parametro del peso della singola
carcassa di ogni suino abbattuto, da 110,1 kg a 168 kg, rispetto a quello della
carcassa valutata a “peso morto” e a partita, al macello.
Altro aspetto rilevante di questo innovativo
aggiornamento delle norme che regolamentano la produzione del Prosciutto di San
Daniele riguarda infine l’alimentazione dei suini che rientrano nel circuito
della Dop: l’ulteriore attenzione verso il loro benessere si traduce in una
dieta a base vegetale e ricca di cereali nobili, ma anche nell’incremento delle
quantità di cereali e soia, utili al miglioramento della salute degli animali.
La revisione del Disciplinare è un atto volontario
unilaterale voluto dal Consorzio del Prosciutto di San Daniele nonché una nuova
pietra miliare per il miglioramento qualitativo del San Daniele che ha
l’obiettivo di garantire al consumatore standard sempre più elevati.
Costituito nel 1961, il Consorzio del Prosciutto di
San Daniele detiene il Disciplinare di Produzione, vigila sulla sua corretta
applicazione, protegge, tutela e promuove il marchio ‘Prosciutto di San
Daniele’. Il prosciutto di San Daniele è un prodotto a denominazione di origine
protetta – DOP, un alimento naturale, fatto solo con carne di suini italiani e
sale marino, assolutamente privo di additivi o conservanti, che viene prodotto
dalle 31 aziende aderenti al Consorzio, localizzate solo ed esclusivamente a
San Daniele del Friuli (Udine). Il particolare ambiente geografico che include
fattori climatici e umani, determina le caratteristiche naturali, uniche e
irripetibili del Prosciutto di San Daniele.
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