lunedì 6 giugno 2022

ROME WINE EXPO, LE MASTERCLASS DI APPROFONDIMENTO : GRANDI VINI CHE RACCONTANO TERRITORI E PRODUTTORI

A fine maggio si è svolto ROME WINE EXPO, Il Festival dei grandi vini del mondo, presso i grandi spazi del Centro Congressi del Barcelò Aran Mantegna di Roma.

La manifestazione organizzata da Riserva Grande per creare un evento di maggior respiro, nella piena convinzione che la città di Roma, centro della cultura del vino in Italia, meriti una manifestazione importante, rivolta ad un pubblico consapevole e appassionato, ma anche a professionisti ed operatori del settore, quali addetti di stampa, settore Horeca, mediatori commerciali e buyers anche internazionali.

I visitatori sono stati circa 2000, tra appassionati ed operatori del settore, in un fine settimana denso di altre manifestazioni enogastronomiche.

L’ambizione è quella di realizzare concretamente una manifestazione che cresca di anno in anno, per diventare un punto di riferimento nella Capitale, per valorizzare nel centro Italia la grandezza e fondamentale importanza della cultura del vino del Belpaese e celebrare la memoria storica di un territorio che ha visto un'affermazione universale, in una continua crescita esponenziale che promuove sempre di più la cultura della qualità.

 La manifestazione  ha ospitato anche l’evento nell’evento “Nebbiolo nel Cuore”, che ha visto la presenza di oltre 200 cantine e oltre 1000 etichette in degustazione, provenienti da tutta Italia e dal resto del mondo e ha offerto ai visitatori e agli operatori del settore ben 10 Masterclass di approfondimento, che hanno impreziosito il festival che vuole celebrare la cultura del vino a Roma. «Si tratta di seminari di eccezione – hanno spiegato  gli organizzatori - con grandi vini che raccontano territori e produttori che hanno costruito la memoria storica del grande vino italiano nel mondo».

Ho avuto il piacere di partecipare ad alcune interessanti  Masterclass fra le proposte.

 

 “Tre anime e un territorio”, la prima: una degustazione in comparazione alla cieca di vino Cesanese preveniente dai territori di Affile, Olevano Romano e Piglio curata da Andrea Petrini e dall'enologo Letizia Rocchi.


Il cesanese è il vitigno autoctono a bacca nera che ben rappresenta la vitivinicoltura del Lazio. Due sono i  biotipi principali: cesanese comune, diffuso in varie località del Lazio, e cesanese di Affile che è in prevalenza nel comune omonimo. Tre sono le aree: quella di Olevano Romano, quella di Affile, entrambe a Denominazione di  Origine Controllata,e la zona del Piglio, già riconosciuto con la DOC nel 1973, ha ottenuto nel 2008 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, unica DOCG del Lazio per i vini rossi.

Il cesanese è un vitigno le cui caratteristiche varietali tendono a dare differenti sfaccettature in funzione delle caratteristiche pedoclimatiche; lo stile del produttore ha poi, ovviamente, una grande importanza.

Questi i vini in degustazione:

Casale Della Ioria Torre Del Piano 2019

Petrucca e Vela Tellures 2016 Riserva

Terenzi Cesanese del Piglio Superiore Colle Forma 2019

Damiano Ciolli Cirsium 2016

Consoli Alma Mater 2016

L'Avventura  Picchiatello  2019

Raimondo Terrae Vulpis Riserva 2018

Schiavella Vena Rubra Riserva 2017

 

Continuando con le eccellenze dei vini laziali, ho partecipato alla "Verticale Storica Frascati Riserva Superiore Luna Mater Fontana Candida. Dalla prima annata prodotta ad oggi.”, a cura di Saula Giusto e dell'enologo Mauro Merz.

Fontana Candida, si trova a Monteporzio Catone, grazie alla rivalorizzazione del territorio, all’individuazione delle vigne con migliore esposizione tra quelle più vecchie, al lavoro appassionato e professionale dell’enologo Mauro Merz è riuscita a valorizzare il Frascati, antico vino laziale, esaltandone la longevità. 

Luna Mater è una DOCG prodotta con Malvasia Bianca di Candia, Malvasia del Lazio, Greco, Bombino.

Il nome Luna Mater evoca genesi, procreazione. Interpreta simbolicamente la nascita, ma anche la rinascita della cantina e il recupero della grande tradizione vitivinicola del territorio. Viene prodotto da vigneti di età media di oltre cinquant’anni, grazie ad una selezione rigorosa in vendemmia, manuale e cadenzata, basata sul perfetto grado di maturazione di ogni vitigno che ne compone il blend.

Vini in degustazione:

Annate 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020."

 

 

Con la masterclass “Presentazione dell'Associazione Albugnano 549. L'Alto Nebbiolo del  Monferrato”, a  cura di Marco Cum e dell'enologo Gianpiero Gerbi, ci spostiamo in Piemonte, ad Albugnano. 

Nel 2017, a vent’anni dal riconoscimento della DOC, alcuni produttori della zona fondano l’Associazione ALBUGNANO 549, per sostenere l’identità enologica, storica, culturale, ambientale e socioeconomica del territorio di produzione dell’Albugnano DOC. 549 è l’altezza del Comune, ma non solo. È anche una felice coincidenza, infatti era il 5 aprile quando  9 vignaioli, provenienti dai 4 piccoli comuni della DOC dove si possono coltivare le uve Nebbiolo,  Albugnano, Castelnuovo Don Bosco, Passerano Marmorito e Pino d’Asti, si sono riuniti per fondare l’Associazione che ora conta 14 soci.

L’ Albugnano DOC, nell’interpretazione dei vignaioli dell’Associazione, è un Nebbiolo in purezza affinato in legno per un minimo di 18 mesi e in bottiglia per almeno 6 mesi. La limitata produzione dell’Albugnano interessa oggi un areale di circa 44 ettari di terreno. Gianpiero Gerbi è l’enologo dell’Associazione che vigila sul lavoro degli associati e sulla qualità del prodotto finale.

Le particolari condizioni pedoclimatiche,  il terreno di matrice marnosa,  un’altitudine maggiore rispetto ad altre denominazioni regionali, la vinificazione del Nebbiolo in purezza, (la Doc consente un 15% di altre varietà), differenziano il Nebbiolo di Albugnano non solo da quelli prodotti in altre zone, ma anche all’interno del suo stesso territorio.

 Vini in degustazione

Albugnano Superiore Doc 2017:

Orietta Perotto - Albugnano Doc Superiore “Oltre 500”

Pianfiorito – Albugnano Doc “Carpinella”

Cà Mariuccia - Albugnano Doc Superiore “Il Tato”

Terre Dei Santi - Albugnano Doc Albugnano 2018:

Alle Tre Colline - Albugnano Doc Superiore “Va’ Anait”

Roggero Bruno E Marco - Albugnano Doc Superiore

Mosso Mario – Albugnano Superiore Doc “Parlapà”

Cascina Quarino – Albugnano Doc “Eclissi”

Tenuta Tamburnin - Albugnano Doc Superiore

 

 L’ultima degustazione a cui ho partecipato, che ha chiuso l’evento, mi ha portato in Georgia con la Masterclass "I GRANDI VINI DELLA GEORGIA, ANCESTRALI, AFFASCINANTI, UNICI”, a  cura di Saula Giusto e Tamar Tchitchiboshvili, che collabora con l'Ambasciata della Georgia per la distribuzione di vini georgiani in Italia.

L’evento si è svolto con la presenza di sette produttori georgiani e di alcune importanti personalità: l’Ambasciatore della Georgia, il Sig. Constantine Surguladze;  il Primo Consigliere, Sig. Davit Gomarteli; il responsabile delle pubbliche relazioni e del marketing department della National Wine agency of Georgia, il Sig. Mate Liluashvili.

Un’occasione per scoprire vini la cui memoria e storia si perde nella notte dei tempi.  Si pensi che il recente ritrovamento di alcuni reperti archeologici che testimoniano la produzione del vino in Georgia, risale a circa 8000 anni fa. La Georgia è situata sulla linea di demarcazione tra Europa e Asia, tra le montagne del Caucaso e il Mar Nero e il vino è parte integrante della cultura georgiana, molte famiglie producono il proprio vino coltivando la propria vigna. La tradizione ancestrale di produzione, utilizza il Qvevri, un’anfora di terracotta di forma ovale, rivestito all’interno di una particolare cera d’api, infossata nel terreno fino al collo, la cui capacità varia da 50 litri a 8 ettolitri. il mosto, insieme a vinacce e raspi in percentuali che variano di volta in volta, viene versato all’interno dei kvevris poi chiusi ermeticamente con una grossa pietra, ricoperta con uno strato di terra in modo che il vino possa fermentare da uno a sei mesi. Non è necessaria  alcuna filtrazione, né l’affinamento perché nei kvevris avviene tutto in modo naturale e il vino esce stabile.

Grazie al racconto in prima persona di alcuni produttori georgiani presenti in sala, alla proiezione di alcuni contenuti media ed alla degustazione dei vini, abbiamo avuto l'opportunità di conoscere meglio questo antico territorio.

 Vini in degustazione:

 Rkatsitelidi Tika Wine

 Rkatsitelidi 8millenniumm

 Kisidi Brother Khutsvshvili

 Rkatsiteli& Khikhvi blend di Batsashvili Wine                      

 Kviriashviliwine yards

 Aleksandroulidi Libe Wine

Saperavi di Qvevri wine Nareklishvili

 Saperavi  Khashmi di Andrea's Gvino" 

 

Una grande evento  che si prefigge ogni anno, inoltre, come presupposto fondamentale, che i grandi vini e le aziende rappresentative del Lazio ospiteranno i grandi vini delle altre regioni italiane ma anche del resto del mondo, che hanno costruito e che ancora contribuiscono a creare una storia senza fine.

Saula Giusto, Responsabile Ufficio Stampa, Comunicazioni e Relazioni Pubbliche

tel. 3932854426

info@romawinexperience.com; saulagiusto@gmail.com

Marco Cum e staff di Riserva Grande

La Cultura della qualità per un viaggio nel mondo del vino e oltre...

tel 339.6231232

eventi@riservagrande.com  www.riservagrande.com

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