Come avevo anticipato qui , ho partecipato ad alcune cene del
progetto Romanesco, il cui obiettivo è quello di far conoscere ed apprezzare la
cucina di Roma e le sue materie prime attraverso l’interpretazione dei
protagonisti della ristorazione romana, classici, innovatori o emergenti.
Ebbene ho scelto di parlare di Benito al
Ghetto .
Una semplice osteria nel cuore dell’antico ghetto ebraico
romano, sta qui fin dal 1967, a due passi dal Portico
d’Ottavia e dal Teatro Marcello e vicino a Piazza Mattei con la splendida
Fontana delle Tartarughe, progettata da Giacomo Della Porta ma il cui nome è
dovuto alle tartarughe che vennero aggiunte dal Bernini.
Nata nel 1967 con Benito Mercuri, all’inizio del 2012 Nicola
Delfino e Massimo Baroni, due amici d’infanzia il cui sogno era avere un
ristorante, la rilevano lasciandole quell’atmosfera da osteria. Gli interni
sono rimasti quasi immutati, con il pavimento in graniglia, le piastrelle
bianche alle pareti, il bancone, le stampe con gli acquerelli di Roma sparita di
Roesler Franz, la grande lavagna con i piatti del giorno.
Le proposte culinarie della tradizione romanesca sono il punto forte del ristorante, a queste si aggiungono i piatti a base di pesce il martedì e il venerdì . La cucina dello chef Nicola
Delfino “combina antiche ricette rivisitate con tecniche di cottura moderne” e ha una grande attenzione alle materie prime
e ai prodotti di stagione.
Nella serata dedicata al progetto Romanesco questo è il menù proposto:
un antipasto composto da una Creme brulèe di pecorino e broccoli, una squisita Zuppetta di scampi e calamari, una gustosa e freschissima Insalata
di finocchi, seppie e gambero rosso con nero di seppia, una Crema di fave con sfera
di pecorino.
Ottimi iTagliolini broccoli e arzilla e la Catalana di baccalà spagnolo.
Infine i dessert "fatti in casa", Capresine e Tiramisù.
Benito al Ghetto
Via dei Falegnami 12/16 00186 Roma
Una bella serata in tua compagnia, ottimo cibo, conversazione piacevole e una dolce ragazza come organizzatrice!
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