Rintocca la campana di Bell! A via Chiana, nei pressi del
quartiere Coppedè, un angolo di Roma
inaspettato, architettura eclettica che coniuga arte liberty con influenze
medievali e barocche, ha aperto Bell, un luogo accogliente, multifunzionale,
dinamico, con un’offerta ampia e variegata.
Ho partecipato, grazie alla Mglogos, alla presentazione di questo locale, bistrot, pizzeria, cocktail bar, dove puoi gustare le "campanelle" tapas di carne, quinto quarto, pesce o vegetariane, da abbinare a un drink per aperitivo o dalla quali partire per una cena, o piatti che spaziano dai classici della cucina romana a piatti dall’anima mediterranea e con suggestioni internazionali; o pizze gourmet e cotte nel forno a legna, fatte con lievito madre e materie prime sempre di altissimo livello. La possibilità di giocare tra diverse proposte e abbinamenti è infatti una delle caratteristiche di BELL.
Lo staff è costituito da giovani appassionati e motivati, a cominciare dallo chef Gabriele Cordaro che, nella conversazione avuta con lui, ha raccontato il suo percorso professionale che inizia a Acquolina Hostaria, con Giulio Terrinoni; prosegue a Glass Hostaria, con Cristina Bowerman (tutt’ora la sua “chef preferita”); nel 2013 fa un'esperienza di un anno all'Osteria Francescana di Massimo Bottura; poi docente ai corsi di cucina del Gambero Rosso e infine, un importante anche se breve passaggio, presso La Pergola di Heinz Beck.
Il sous chef Gabriele Pardini, a soli 16 anni, entra nelle cucine del Ristorante Gaudì, effettua i propri studi da Paul Bocuse, lavorando in seguito con Alain Hacquard, in quel di Parigi. A Londra conosce Michael Nadra, con il quale lavora fino alla chiamata di Acquolina Hostaria, a Roma, dove conosce Gabriele Cordaro con cui collaborerà dopo l'esperienza spagnola allo Chezz Gerdi, a Formentera.
Nel menu che propongono troviamo tra gli starter una Tartare di ricciola con crema di mais, saba e granita di mela verde o una Krapfen di pizza con spuma mozzarella, pomodori confit e aria di basilico, o l'Uovo a 65°C con crema di stracchino, spugna di porcini e pane di segale, che ho assaggiato nella serata a cui sono stata invitata. Tra i primi la Carbonara da tradizione con guanciale di Bassiano e Pecorino della Sabina, e i Tagliolini “36” con capesante scottate, mantecati alla senape o i Canederli di piccione, brodo al Porto e topinambur; tra i secondi si può scegliere tra un Polpo fritto con crema di patate, salsa bagna cauda e prezzemolo croccante e il Cervo marinato al cacao, puré affumicato, nocciole, lamponi e demi glace.
Un plauso a parte va al giovanissimo pizzaiolo Donato Belloro. Romano con sangue campano, sorriso cordiale, impara la professione “sul campo”, e unisce talento, passione e dedizione nel suo lavoro. Ho conversato piacevolmente con lui che mi ha spiegato che usa per le sue pizze le farine “5 stagioni”, una classica 00 cui aggiunge, per l’impasto, acqua, lievito madre, sale e un pizzico di malto. L’impasto viene lasciato a lievitare per ben 48 ore prima che le pizze vengano cotte nel forno a legna (già rodato, in quanto datato 1995). Eccezionali! Si va dalla Margherita 2.0 con bufala, emulsione di basilico e pomodori confit alla Patanegra con gorgonzola, noci e miele di castagno, o alla Broccoli ajo e ojo con stracchino e colatura di alici. Ne ho assaggiate diverse, conversando con lui, tutte buone, a voi la scelta.
Non manca, infine, lo spazio per i dessert: Dulcis in fungo: cioccolato in tre consistenze, caffé, frutti rossi e gelato ai porcini oppure il London, 5 p.m.: mousse di latte, sfere di the, freddo limone e shortbread alla cannella.
Bell, non solo cucina ma punto di ritrovo dove consumare anche un pasto veloce intorno al grande bancone circolare o soffermarsi a fare quattro chiacchiere sorseggiando un cocktail d’autore preparato dalle barladies.
Ho partecipato, grazie alla Mglogos, alla presentazione di questo locale, bistrot, pizzeria, cocktail bar, dove puoi gustare le "campanelle" tapas di carne, quinto quarto, pesce o vegetariane, da abbinare a un drink per aperitivo o dalla quali partire per una cena, o piatti che spaziano dai classici della cucina romana a piatti dall’anima mediterranea e con suggestioni internazionali; o pizze gourmet e cotte nel forno a legna, fatte con lievito madre e materie prime sempre di altissimo livello. La possibilità di giocare tra diverse proposte e abbinamenti è infatti una delle caratteristiche di BELL.
Lo staff è costituito da giovani appassionati e motivati, a cominciare dallo chef Gabriele Cordaro che, nella conversazione avuta con lui, ha raccontato il suo percorso professionale che inizia a Acquolina Hostaria, con Giulio Terrinoni; prosegue a Glass Hostaria, con Cristina Bowerman (tutt’ora la sua “chef preferita”); nel 2013 fa un'esperienza di un anno all'Osteria Francescana di Massimo Bottura; poi docente ai corsi di cucina del Gambero Rosso e infine, un importante anche se breve passaggio, presso La Pergola di Heinz Beck.
Il sous chef Gabriele Pardini, a soli 16 anni, entra nelle cucine del Ristorante Gaudì, effettua i propri studi da Paul Bocuse, lavorando in seguito con Alain Hacquard, in quel di Parigi. A Londra conosce Michael Nadra, con il quale lavora fino alla chiamata di Acquolina Hostaria, a Roma, dove conosce Gabriele Cordaro con cui collaborerà dopo l'esperienza spagnola allo Chezz Gerdi, a Formentera.
Nell'ordine: Uovo a 65°C, Tagliolini “36”, Cervo marinato al cacao, London, 5 p.m |
Un plauso a parte va al giovanissimo pizzaiolo Donato Belloro. Romano con sangue campano, sorriso cordiale, impara la professione “sul campo”, e unisce talento, passione e dedizione nel suo lavoro. Ho conversato piacevolmente con lui che mi ha spiegato che usa per le sue pizze le farine “5 stagioni”, una classica 00 cui aggiunge, per l’impasto, acqua, lievito madre, sale e un pizzico di malto. L’impasto viene lasciato a lievitare per ben 48 ore prima che le pizze vengano cotte nel forno a legna (già rodato, in quanto datato 1995). Eccezionali! Si va dalla Margherita 2.0 con bufala, emulsione di basilico e pomodori confit alla Patanegra con gorgonzola, noci e miele di castagno, o alla Broccoli ajo e ojo con stracchino e colatura di alici. Ne ho assaggiate diverse, conversando con lui, tutte buone, a voi la scelta.
Non manca, infine, lo spazio per i dessert: Dulcis in fungo: cioccolato in tre consistenze, caffé, frutti rossi e gelato ai porcini oppure il London, 5 p.m.: mousse di latte, sfere di the, freddo limone e shortbread alla cannella.
Bell, non solo cucina ma punto di ritrovo dove consumare anche un pasto veloce intorno al grande bancone circolare o soffermarsi a fare quattro chiacchiere sorseggiando un cocktail d’autore preparato dalle barladies.
Il locale, luminoso nel suo total white, si sviluppa su due
livelli con ambienti conviviali e spazi più riservati; il pavimento di chiara
ispirazione mediterranea ricuce gli
ambienti eterogenei per conformazione spaziale e per differenti livelli.
Oggetti vintage negli scaffali, bicchieri colorati sui semplici tavolini in
legno, lampade industriali, scala in ferro, pannelli in legno bianco che fanno
da filtro tra gli ambienti, la campana storica, risalente al 1731, da cui il
locale prende il nome che si ripete sulla carta
da parati, evidenziano il carattere solare e conviviale e le diverse anime del
locale la cui progettazione è stata affidata allo studio romano di Luca
Bragaglia. Particolare divertente ma estremamente utile, nella toilette post industriale sono a disposizione collant in caso di necessità!
Altro punto di forza di BELL è sicuramente
il servizio, per il quale viene utilizzato, sotto la guida dei due
responsabili, Giuseppe Palombini ed Emanuela Teotino, il top staff della
Limonaia gestione Palombini.
BELL
Roma, via Chiana 80/86 - Tel.: 06 8551076
Aperto tutti i giorni dalle ore 16.00 alle 24.00
Ufficio Stampa MG Logos
Tel. (+39) 06 45491984
digitalpress@mglogos.itLa foto di copertina è stata gentilmente concessa dall'ufficio stampa MG Logos
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